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Sono passati oltre trenta lunghi anni dalla pubblicazione di questo libro. Esso ebbe un discreto successo sia a livello locale, pugliese e, in piccola parte, a livello nazionale. Per la prima volta molti nostri concittadini scoprirono che Taranto non era quella del "ce me ne futt a me" (non me ne frega niente) ma aveva prodotto uomini e donne in carne ed ossa che avevano "osato" disubbidire al potere dominante; si erano ribellati alle ingiustizie sociali, avevano pagato con il carcere e il confine politico e, alcuni di essi, erano morti per stenti e malattie varie contratte durante gli anni di detenzione. L'impegno dei due autori vuole rappresentare un omaggio alla strenua lotta di operai e contadini che, considerati dal Regime Fascista come sorvegliati speciali, si sono sacrificati, nel Mezzogiorno d'Italia, cercando giustizia e libertà.